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PRODOTTI BIOLOGICI. OLTRE L’ETICHETTA, TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE

Siamo ormai abituati a vedere sugli scaffali prodotti biologici, indicati anche come 'bio'. Un'idea di che cosa significhi mi accompagnava da tempo; tuttavia, essa era un po' vaga e non saprei dire quanto adeguata alla realtà e quanto invece dovuta a suggestioni un po' fuorvianti della comunicazione che ci circonda. Proviamo a fare un poco di chiarezza!

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CHE COSA SIGNIFICA 'PRODOTTO BIOLOGICO'?

I prodotti biologici agricoli sono prodotti ottenuti attraverso i metodi dell'agricoltura biologica, cioè di un'agricoltura che tiene in particolare considerazione il rispetto dell'ambiente, degli equilibri naturali e della biodiversità, e che desidera offrire al consumatore prodotti genuini ottenuti nel rispetto del ciclo della natura.
I prodotti biologici sono stati regolamentati dal Reg. (CEE) n. 2092/91 – primo atto normativo comunitario in materia; poi, a partire dal 1° gennaio 2009, sono entrate in vigore le norme attuali, cioè il Reg (CE) n. 834/2007 e il regolamento applicativo Reg (CE) n. 889/2008 –  -.

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PRODOTTI BIOLOGICI: GLI OBIETTIVI GENERALI SECONDO IL REGOLAMENTO DEL 2007

Il regolamento del 2007 afferma che la produzione biologica persegue i seguenti obiettivi generali:

  • stabilire un sistema di gestione sostenibile per l'agricoltura che: i) rispetti i sistemi e i cicli naturali e mantenga e migliori la salute dei suoli, delle acque, delle piante e degli animali e l'equilibrio tra di essi; ii) contribuisca a un alto livello di diversità biologica; iii) assicuri un impiego responsabile dell'energia e delle risorse naturali come l'acqua, il suolo, la materia organica e l'aria; iv) rispetti criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e soddisfi, in particolare, le specifiche esigenze comportamentali degli animali secondo la specie;
  • mirare a ottenere prodotti di alta qualità;
  • mirare a produrre un'ampia varietà di alimenti e altri prodotti agricoli che rispondano alla domanda dei consumatori di prodotti ottenuti con procedimenti che non danneggino l'ambiente, la salute umana, la salute dei vegetali o la salute e il benessere degli animali.

PRODOTTI BIOLOGICI: PRINCIPI E NORME

Sempre secondo il regolamento del 2007, la produzione biologica si fonda su alcuni principi di carattere generale e su altri principi specifici applicabili all'agricoltura. Vediamo meglio.

Principi generali

Fra i principi generali relativi alla produzione biologica, che di conseguenza interessano i nostri prodotti biologici,  troviamo, ad esempio:

  • la progettazione e la gestione appropriate dei processi biologici fondate su sistemi ecologici che impiegano risorse naturali interne ai sistemi stessi con metodi che escludono l'uso di OGM e dei prodotti derivati o ottenuti da OGM ad eccezione dei medicinali veterinari;
  • la limitazione dell'uso di fattori di produzione esterni;
  • la rigorosa limitazione dell'uso di fattori di produzione ottenuti per sintesi chimica ai casi eccezionali.

Principi specifici e norme

Fra i principi specifici applicabili all'agricoltura, invece, troviamo ad esempio:

  • la riduzione al minimo dell'impiego di risorse non rinnovabili e di fattori di produzione di origine esterna;
  • il riciclo di rifiuti e sottoprodotti di origine vegetale e animale come fattori di produzione per le colture e l'allevamento;
  • la salute delle piante sia tutelata mediante misure profilattiche, come la scelta di specie appropriate e di varietà resistenti ai parassiti e alle malattie vegetali, appropriate rotazioni delle colture, metodi meccanici e fisici e la protezione dei nemici naturali dei parassiti.

Inoltre, vi sono principi specifici che si applicano alla trasformazione degli alimenti biologici. Fra questi, troviamo la limitazione dell'uso di additivi, di ingredienti non biologici con funzioni principalmente sensoriali e tecnologiche e il divieto di utilizzare sostanze e metodi di trasformazione che possano trarre in inganno quanto alla vera natura del prodotto.

Vi sono poi norme relative alla produzione vegetale ispirate ai principi. Fra queste troviamo, ad esempio l'obbligo di impiegare tecniche di lavorazione del terreno e pratiche colturali adatte a salvaguardare o ad aumentare il contenuto di materia organica del suolo, ad accrescere la stabilità del suolo e la sua biodiversità, nonché a prevenire la compattazione e l'erosione del suolo; oppure che tutte le tecniche di produzione vegetale evitano o limitano al minimo l'inquinamento dell'ambiente.

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PRODOTTI BIOLOGICI E PRODOTTI FITOSANITARI

Una norma che vale la pena vedere da vicino è quella relativa ai prodotti fitnosanitari. Il regolamento prevede che, in caso di determinazione di grave rischio per una coltura, l'uso di prodotti fitosanitari è ammesso, però solo se tali prodotti sono stati autorizzati per essere impiegati nella produzione biologica. E, affinché siano autorizzati, è necessario fra l'altro che:

  • tali prodotti siano necessari per una produzione continuativa e essenziali per l'uso previsto;
  • tutti i prodotti e tutte le sostanze siano di origine vegetale, animale, microbica o minerale a meno che i prodotti o le sostanze derivanti da tali fonti non siano disponibili in quantitativi o qualità sufficienti o non siano disponibili alternative;
  • si tratti di prodotti essenziali per la lotta contro un organismo nocivo o una particolare malattia e non siano disponibili alternative biologiche, fisiche o relative alla selezione dei vegetali o pratiche colturali o altre pratiche di gestione efficaci;
  • se non sono di origine vegetale, animale, microbica o minerale e non sono identici alla loro forma naturale, i prodotti possono essere autorizzati solo se le condizioni del loro utilizzo escludono qualsiasi contatto diretto con le parti commestibili della coltura.

Alcuni esempi di fitofarmaci di origine naturale

Alcuni esempi di fitofarmaci di origine naturale sono la famiglia di molecole 'piretrine', il batterio bacillus thuringiensis, il solfato e l'idrossido di rame e lo zolfo. A proposito del tema 'naturale e salute', però, stiamo attenti a non cadere nel tranello 'naturale è sempre buono'. Alcuni di questi rimedi non chimici, infatti, vanno comunque utilizzati con attenzione e moderazione e possono portare conseguenze negative, quindi anche da parte dei produttori bio ci deve essere criterio e serietà. Una sostanza come il rotenone, ad esempio, è stata abolita di recente a causa della sua tossicità; e i sali di rame, impiegati come fungicidi, sono tossici, si accumulano nel terreno e non vengono eliminati facilmente.

L'ETICHETTA DEI PRODOTTI BIOLOGICI TRASFORMATI

Per quanto riguarda gli alimenti trasformati, è possibile utilizzare termini che suggeriscono all'acquirente che si tratta di prodotti biologici – ad esempio il termine 'bio' – solo se essi soddisfano alcune condizioni, fra le quali che almeno il 95% in peso degli ingredienti di origine agricola sia biologico.
In etichetta devono essere riportate anche le indicazioni seguenti:

  • il numero di codice dell'autorità o dell'organismo di controllo cui è soggetto l'operatore che ha effettuato la produzione o la preparazione più recente;
  • il logo comunitario di produzione biologica (la fogliolina!);
  • un'indicazione del luogo in cui sono state coltivate le materie prime agricole di cui il prodotto è composto.

LA NUOVA NORMATIVA EUROPEA

Il 20 novembre 2017, gli Stati membri si sono incontrati nel Comitato Speciale per l'Agricoltura (CSA), e hanno approvato l'accordo sulla revisione delle norme in materia di agricoltura biologica ed etichettatura dei prodotti biologici.

La nuova regolamentazione dell'UE stabilisce nuove norme con lo scopo di incoraggiare lo sviluppo sostenibile dell'agricoltura biologica nell'Unione Europea, di garantire una concorrenza leale per gli agricoltori e gli operatori, di prevenire le frodi e migliorare la fiducia dei consumatori nei prodotti biologici. Il nuovo regolamento si applicherà dal 1° gennaio 2021.

AGRICOLTURA BIOLOGICA E BIODIVERSITÀ

Molti studi confermano che le coltivazioni biologiche tendono a preservare la biodiversità maggiormente rispetto all'agricoltura intensiva. Tuttavia, è anche vero che l'agricoltura intensiva richiede mediamente una minore superficie di terreno per produrre la stessa quantità di cibo rispetto all'agricoltura biologica, e ciò permette di lasciare incolta una maggiore quantità di terra e di preservarne la biodiversità.

L'orientamento agricolo verso i prodotti biologici ha quindi generalmente un impatto migliore sull'ambiente per unità di superficie, ma a causa delle minori rese non sempre lo stesso vale per unità di prodotto.

I PRODOTTI BIOLOGICI POSSONO SOSTITUIRE DEL TUTTO QUELLI TRADIZIONALI?

Sia l'agricoltura biologica sia agricoltura tradizionale sembrano avere pregi e limiti

Dal punto di vista della salvaguardia delle piccole imprese agricole, l'agricoltura biologica, grazie al costo inferiore degli input e ai prezzi più alti e stabili dei prodotti biologici, può risultare una scelta allettante per i produttori.

In base ad alcuni test e ai relativi dati statistici emersi le rese per ettaro dell'agricoltura biologica risultano tendenzialmente inferiori a quelle dell'agricoltura convenzionale, anche se il risultato dipende molto dal tipo di coltura e dalle condizioni ambientali. Ci si è interrogati spesso, quindi, sulla possibilità che quello biologico diventi il principale metodo di coltivazione; forse, considerando che la previsione riguardante la richiesta di cibo da parte della popolazione mondiale, nei prossimi trent'anni, è di raddoppiare rispetto a quella attuale, per riuscire a soddisfarla senza distruggere altre foreste, savane e praterie si dovrà distinguere tra i prodotti maggiormente richiesti al fine di sfamare un grande numero di persone, come il frumento, e quelli che non incidono fortemente sull'economia alimentare mondiale.

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